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Pensioni: due ipotesi

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Due ipotesi per la riforma delle pensioni anticipate a quota 100: restringere la platea e termine delle uscite nel 2020. Tramonta l’idea quota 41.

Continua il dibattito sulla riforma delle Pensioni anticipate a quota 100 e sulle possibili alternative di uscita dei lavoratori per il prossimo anno. Le ipotesi sul tavolo dei due partiti di Governo, il M5S e il Partito democratico, tuttavia, non sono al momento convergenti. Tanto è vero che, nella giornata di ieri, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro in un’intervista al Corriere della Sera, ha escluso che le pensioni a quota 100 (e il reddito di cittadinanza) possano essere cancellate o fortemente riformate.
Non si è fatta attendere la risposta di Dario Stefano che, a Radio Cusano, ha spiegato che il Pd non intende continuare con le pensioni a quota 100, ma destinarne le risorse ad altre formule di pensionamento. Tra l’una e l’altra posizione si fanno strada varie ipotesi, tutte sul tavolo, al momento segreto, del Pd e del M5S: la prima riguarderebbe un restyling delle pensioni anticipate a quota 100, una sorta di rimodulazione che ne abbassi il numero delle uscite.
Inoltre, si punterebbe alla proroga delle uscite con opzione donna anche per il 2020, oltre a uno strumento sul quale punta il Partito democratico, le pensioni di garanzia. Per il resto, rimarrebbero le precedenti formule di pensionamento, anticipato e di vecchiaia, legate ai requisiti della riforma Fornero.

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